Ci sono luoghi che non si limitano a ospitare: si intrecciano al territorio che li accoglie. Sono hotel pensati come estensioni del paesaggio, dove il progetto dialoga con la geografia e il silenzio è parte integrante dell’esperienza.
In questa selezione, il “design” non è un vezzo formale. È un linguaggio che rispetta i materiali naturali, integra panorama e spazi interni, restituisce un senso di misura e lascia emergere la forza degli elementi: terra, acqua, luce, vegetazione, aria. Nessun gesto eccessivo, nessuna spettacolarizzazione del lusso. Solo coerenza estetica, intelligenza progettuale e un’idea precisa di benessere.
Abbiamo scelto 15 hotel nel mondo — tra foreste boreali, montagne europee, isole vulcaniche e deserti viventi — che restituiscono l’essenza dell’abitare nel paesaggio. Non da spettatori, ma da ospiti temporanei di uno scenario progettato con cura.
I migliori hotel di design immersi nella natura in Italia (2025)
Non sono semplicemente “posti dove dormire”, ma luoghi dove l’architettura incontra la geografia, e dove la natura non è decorativa, ma identitaria. Gli hotel italiani selezionati qui raccontano una nuova forma di ospitalità: radicata nel territorio, pensata con coerenza estetica e realizzata con materiali che parlano la lingua dei luoghi. Sono rifugi in cui il design diventa parte della quiete.
1. Forestis — Bressanone, Alto Adige

Architetture verticali, orientate al bosco
Progettato a 1.800 metri di altitudine, Forestis è l’hotel di design che sintetizza al meglio la relazione tra forma e natura. Tre torri rivestite in legno locale si stagliano nel paesaggio senza interromperlo: lo amplificano. Gli interni sono un invito alla sottrazione: niente opulenza decorativa, solo pietra dolomitica, loden, legni, finestre panoramiche e una cura millimetrica nei passaggi.
2. Miramonti Boutique Hotel — Avelengo, Alto Adige

La stanza è sospesa, il panorama costruisce lo spazio
C’è un momento, entrando in una delle stanze più celebri del Miramonti, in cui il paesaggio si impone come l’elemento più forte del progetto. L’hotel è infatti costruito come una piattaforma sospesa nel bosco, con volumi geometrici che si proiettano verso la valle. Spa e terrazze panoramiche, tea-room con camino, arredi tono su tono, luci calde: tutto lavora per rendere il paesaggio un’esperienza privata.
3: ADLER Lodge Ritten — Renon, Trentino-Alto Adige

Chalet circolari attorno a un lago naturale
L’ADLER Lodge al Renon è un eco-resort costruito secondo principi di sostenibilità consapevole. Le suite in legno si distribuiscono attorno a un lago alpino, integrate nel bosco con una grammatica architettonica essenziale.
Il tema estetico è quello del “calore sofisticato”: linee pulite, camino in suite, tessuti naturali, legni scuri, forme circolari e la presenza costante dell’acqua e del silenzio.
4. Lefay Resort & SPA Dolomiti — Pinzolo, Trentino

La montagna come cornice, il design come strumento di energia
Lefay Dolomiti è la versione alpina del celebre marchio Lefay. Più che un hotel, è un manifesto di lusso sostenibile: facciate in pietra e vetro progettate con approccio bioclimatico, interni dove la palette mescola tonalità profonde, tattilità materica e geometrie ordinate. La spa, una delle più grandi in Europa, integra elementi naturali e rituali sensoriali. Il paesaggio entra in ogni ambiente.
5. Sextantio — Santo Stefano di Sessanio, Abruzzo

Il restauro come progetto, la storia come interior design
Sextantio è tra i progetti più interessanti del restauro critico in Italia. Qui il design è invisibile, perché tutto ciò che vediamo non è “nuovo”, ma riportato alla vita: archi, porte, intonaci, letti in ferro, pavimenti in pietra. Le camere sono dentro case medievali, accessibili a piedi, illuminate da candele o luci calde. Una forma di lusso che non ha bisogno di dichiararsi.
Hotel di design immersi nella natura in Europa
Il continente europeo offre alcuni tra i migliori esempi di architettura integrata nel paesaggio, dove il design è pensato per dialogare con climi, geografie e culture diverse. Dai fiordi nordici alle coste atlantiche, passando per le valli alpine, la selezione che segue offre una geografia del progetto consapevole: essenziale, calibrato, senza eccessi formali.
6. Juvet Landscape Hotel — Alstad, Norvegia

Il paesaggio come cornice naturale, il vetro come architettura invisibile
Progettato da Jensen & Skodvin Architects, il Juvet è un hotel composto da capsule in legno e vetro calate nel mezzo della foresta norvegese. Le stanze, isolate tra loro, hanno pareti interamente vetrate che annullano il confine tra interno ed esterno. Nessuna concessione a ornamenti: solo luce, muschio, tronchi, vento, cemento grezzo e silenzio.
7. Bühelwirt — Valle Aurina, Austria

Legno nero e forme geometriche in una valle sospesa
Il Bühelwirt è un hotel boutique guidato dal lavoro dello studio Noa*. Qui la montagna entra negli interni non come tema decorativo, ma come grammatica estetica. Facciata in legno bruno carbonizzato, interni chiari in abete e loden, finestre incorniciate da tagli geometrici. Il risultato è astratto e caldo, scultoreo e accogliente allo stesso tempo.
8. Areias do Seixo — CTorres Vedras, Portogallo

Dune, legna, vetro e ombra: un rifugio sulla costa atlantica
A un’ora a nord di Lisbona, Areias do Seixo è un hotel pensato come manifesto del lusso emozionale. I materiali locali — legno bruciato, pietra, juta, ferro riciclato — convivono con forme pure e dettagli poetici. Camini a vista, letti sospesi, vasche in cemento, trasparenze totali. Spazio e intimità si alternano continuamente, in una cultura di progetto fortemente libera.
9. Valsana Hotel — Arosa, Svizzera

Alpino, ma con sensibilità urbana
Situato a 1.800 metri, il Valsana reinterpreta l’idea di hotel di montagna senza cedimenti folkloristici. L’architettura in legno e vetro entra in relazione con il lago ghiacciato e il bosco circostante. Interni curati da Carlo Rampazzi: linee morbide, toni tabacco, elementi vintage integrati. Una montagna più cosmopolita che pittoresca.
10. Pedras Salgadas Spa & Nature Park — Trás-os-Montes, Portogallo

Micro case prefabbricate nel bosco, tra sostenibilità e progetto modulare
Il Pedras Salgadas è famoso per le sue “Eco Houses”: unità in legno completamente prefabbricate, ideate da Luís Rebelo de Andrade. Poggiati su pilotis, gli alloggi non toccano il suolo, ma lo rispettano. Semplici, minimali, immersi in un parco termale storico. Una delle migliori sintesi tra architettura e forest therapy contemporanea.
Hotel di design immersi nella natura nel mondo
Architetture invisibili nel deserto, capsule di vetro tra le foreste boreali, resort mineralizzati sulle rocce vulcaniche: qui il progetto diventa gesto, l’ambiente diventa materia, il soggiorno diventa paesaggio. Non sono “hotel spettacolari”: sono luoghi pensati per immergersi, non per dominare.
11. Amangiri — Canyon Point, Utah, USA

Calcestruzzo, canyon e silenzio minerale
Un’icona dell’architettura desertica. Firmato da Rick Joy e Marwan Al-Sayed, Amangiri intepreta il paesaggio del deserto dello Utah in modo quasi liturgico: calcestruzzo pigmentato, volumi monolitici, orizzonti aperti. La piscina centrale si incastra nella roccia come un segno antico. Qui il design non compete col territorio: respira con esso.
12. ION Adventure Hotel — Selfoss, Islanda

Lastre di lava nera, vapore geotermico e vetro grezzo
Accanto a un’antica stazione geotermica, questo hotel unico è un manifesto di design vulcanico. Progettato da Minarc, l’edificio è sospeso su pilastri, con un’estetica quasi brutalista: calcestruzzo, pannelli metallici ossidati, illuminazione tenue. Il bar aperto sull’aurora boreale è già un’icona social del viaggio nordico consapevole.
13. Tsingpu Yangzhou Retreat — Yangzhou, Cina

Tradizione riformulata: bambù, corti d’acqua e silenzio zen
Progettato dallo studio Neri&Hu, è un hotel concettuale: 20 camere attorno a un sistema di cortili, vasche e canali. Materiali a contrasto (bambù, vetro, laterizio) e uno studio millimetrico della luce naturale. Più che un rifugio, è un’esplorazione sulla continuità culturale.
14. Longitude 131° — Uluru-Kata Tjuta National Park, Australia

Tende-lodge nel deserto rosso, con vista sul monolito sacro
Affine alla logica dei lodge africani, ma immerso nella spiritualità rossa del Northern Territory australiano. Le archistrutture in tessuto e acciaio siglano uno stile sospeso, leggero, osservativo. Interior in legni locali, opere aborigene, tonalità sabbia. Qui l’ospitalità è forma rispettosa.
15. Shishi-Iwa House — Karuizawa, Giappone


Architettura modulare di Ryue Nishizawa immersa tra cedri secolari
Tre padiglioni in legno, curvilinei, incastrati tra gli alberi. Progetto firmato dal Pritzker Prize Ryue Nishizawa (SANAA): trame leggere, pensiline, trasparenze totali, interior in cedro e carta shōji. Un manifesto di intimità collettiva nel paesaggio.
Abitare il mondo, nel meraviglio silenzio della natura
Visitare uno di questi hotel non significa “fuggire” dalla città, ma misurare quanto lo spazio in cui viviamo possa essere ridisegnato dalla calma, dalla materia e dalla luce. Ogni struttura di questa selezione dimostra che il design, quando si fa ascolto, è in grado di annullare il superfluo e restituire l’essenza: la presenza di un albero, la lentezza di una pietra, il suono dell’acqua, il respiro dell’aria.
È un percorso che riconfigura il modo di abitare, anche quando torni a casa. La vera eredità di questi luoghi non sta nel soggiorno, ma nello sguardo nuovo che ti porti via.





