La progettazione del divano letto sta convergendo verso standard molto più alti rispetto al passato: meccanismi affidabili, materassi performanti, imbottiture tecniche e un linguaggio formale che deve restare pulito anche nelle configurazioni più complesse. In questo scenario, Milano Bedding ha scelto un percorso chiaro: sviluppare prodotti in cui estetica, ingegneria e comfort lavorano insieme, senza gerarchie.
È un approccio che interessa direttamente il mondo del progetto, perché modifica il ruolo del divano letto negli spazi residenziali e contract, rendendolo un elemento primario dell’impianto distributivo e non un’aggiunta funzionale.
Su questa direzione — e su ciò che attende la tipologia nei prossimi anni — abbiamo parlato con Roberto De Lorenzo, CEO di Milano Bedding.
Intervista Milano Bedding: il futuro del trasformabile spiegato da Roberto De Lorenzo
In questa intervista Roberto De Lorenzo ci spiega come Milano Bedding, nata dall’esperienza artigianale di Kover, abbia costruito una nuova visione del divano letto, trasformandolo in una tipologia progettuale evoluta dove meccanica, estetica e comfort dialogano in modo integrato.
Le origini artigianali di Kover, attive già negli anni ’80, hanno generato un know-how raro nel settore degli imbottiti. Quali aspetti di quella cultura produttiva – non solo tecnici, ma anche valoriali – sono diventati il DNA permanente di Milano Bedding?
Nata come trapuntificio specializzato nelle lavorazioni tessili – trapunte, rivestimenti per imbottiti, divani trasformabili– Kover ha sviluppato un know-how raro, fatto di precisione, manualità e controllo diretto di ogni fase. Questo patrimonio si riflette oggi nella cura assoluta delle finiture, nelle lavorazioni sartoriali dei rivestimenti, nelle cuciture e nelle imbottiture realizzate con autentica qualità artigianale italiana nel nostro stabilimento in Brianza.
Accanto alla competenza tecnica, permangono i valori che hanno guidato l’azienda sin dagli inizi: attenzione al dettaglio, rispetto dei materiali, dedizione al lavoro ben fatto e un approccio fortemente orientato alla durabilità e alla soddisfazione del cliente. È questa combinazione di abilità manuali e cultura del prodotto che continua a definire Milano Bedding.
Avete trasformato un prodotto spesso percepito come “secondario” in uno dei segmenti più complessi del design italiano. Perché il divano letto è, oggi, un terreno di innovazione più vicino all’ingegneria che all’arredo? E quali pregiudizi del settore avete dovuto scardinare?

Milano Bedding ha contribuito a trasformare il divano letto da prodotto “secondario” ad arredo del design contemporaneo, dove la trasformabilità non è più un semplice requisito funzionale ma un elemento progettuale centrale.
Oggi il divano letto è un terreno di innovazione complesso, richiede di integrare estetica, ergonomia, meccanica e comfort sia da seduti che durante il riposo: due funzioni che devono convivere senza compromessi.
Abbiamo lavorato proprio per scardinare il pregiudizio storico che vedeva il divano letto come una soluzione provvisoria o di ripiego. I nostri modelli dimostrano che può diventare il vero protagonista dell’ambiente, offrendo la stessa qualità estetica di un divano di fascia alta e il comfort di un letto pensato per l’uso quotidiano.
Un ruolo decisivo lo ha avuto la scelta di investire in meccanismi Lampolet: sistemi tecnologicamente evoluti, affidabili e fluidi, capaci di coniugare praticità d’uso, robustezza e qualità costruttiva.
Lei guida un brand che ha fatto della precisione meccanica un elemento estetico. Come si costruisce una visione in cui tecnologia invisibile, durata e comfort diventano un’unica strategia competitiva?

Per noi tecnologia, durata e comfort non sono elementi imprescindibili, parti di un’unica visione progettuale. La precisione meccanica – espressa nei meccanismi Lampolet – deve essere percepita dal cliente come semplicità d’uso: un’apertura fluida, intuitiva, affidabile. La struttura robusta garantisce la longevità del prodotto, mentre la qualità dei nostri materassi permette di scegliere il livello di comfort più adatto, fino alle soluzioni progettate per un utilizzo quotidiano e intensivo, come nelle strutture ricettive.
In Milano Bedding tutto questo diventa una strategia competitiva unica: la tecnologia è “invisibile” perché integrata in modo naturale nell’estetica, la durabilità è una promessa concreta e il comfort è un valore percepibile immediatamente. Non ci limitiamo a produrre divani letto, ma reinterpretiamo il trasformabile come un oggetto pensato per durare, dove meccanica, design e benessere convivono senza compromessi.
Esiste un momento preciso in cui ha compreso che Milano Bedding non era più un produttore di divani letto, ma un attore culturale del progetto? Un episodio, un contratto o un feedback dal mercato che ha segnato un cambio di percezione?
Non c’è stato un singolo momento, ma un percorso che nel tempo ha reso evidente che Milano Bedding non era più soltanto un produttore di divani letto, bensì un vero attore culturale del progetto. Due fattori, in particolare, hanno segnato questo cambio di percezione.
Il primo, l’ingresso in un dialogo sempre più stretto con designer e progettisti: collaborazioni che ci hanno spinto a evolvere il prodotto, a reinterpretarlo e a proporre soluzioni che diventassero parte di un linguaggio progettuale, non solo di una funzione.
Il secondo riguarda la crescente presenza nei mercati internazionali. Con il tempo siamo diventati un partner riconosciuto per progetti complessi, anche su misura, in settori molto diversi: dall’hotellerie alle navi da crociera, fino agli ambienti residenziali di alto profilo in cui si richiedono modelli dal carattere distintivo.
È in questo intreccio tra design, cultura del progetto e capacità industriale che ho compreso che Milano Bedding aveva superato il ruolo di semplice produttore.
Modelli come Clarke, Rufus, Goodman o Tommy sono diventati casi di studio per interior designer e retailer. C’è un dettaglio nascosto, un errore iniziale, un’intuizione radicale o un momento di svolta nella genesi di uno di questi pezzi?

Parlando, ad esempio, di Goodman, la vera novità introdotta con questo modello è stata portare nel settore — dominato da linee prevalentemente squadrate — un divano letto dalle forme curve, una soluzione fino ad allora inesistente. Con Goodman, disegnato da Alessandro Elli, abbiamo voluto cambiare il modo di concepire il divano letto, non solo dal punto di vista estetico, ma anche rispetto al suo inserimento nello spazio.
Grazie al suo design, infatti, il divano letto Goodman può essere collocato anche al centro della stanza, trasformandosi da elemento secondario a vero protagonista dell’ambiente.
I meccanismi Lampolet sono un marchio tecnologico riconosciuto. Quanto è difficile portare nel mondo del design una tecnologia così complessa senza “farla vedere”? Qual è stata la sfida più grande nel rendere la meccanica un elemento di affidabilità e non di timore per il consumatore?


Abbiamo scelto di investire sui meccanismi Lampolet perché garantiscono apertura e chiusura fluide, praticità d’uso, affidabilità e qualità strutturale: caratteristiche che per noi rappresentano la base di ogni progetto.
La sfida più grande è stata proprio quella di trasformare la meccanica in qualcosa di “invisibile”, non nel senso di nascosto, ma di integrato: un elemento percepito dal consumatore solo attraverso la sua affidabilità, la silenziosità, la semplicità del gesto. Volevamo che il meccanismo diventasse un alleato del design.
Oggi la tecnologia Lampolet è parte del nostro concetto di comfort garantito: una qualità che non si vede, ma si sente ogni volta che il prodotto viene utilizzato. È questo patrimonio tecnico, silenzioso ma presente, che permette ai nostri divani letto di esprimere la stessa sicurezza nella durata e la stessa immediatezza d’uso di un prodotto pensato per la vita quotidiana.
Un divano letto racchiude due ergonomie diverse: quella della seduta e quella del sonno. Come integrate in un singolo prodotto due discipline spesso opposte – comfort progressivo e supporto ergonomico – senza compromessi estetici?
Integrare in un unico prodotto l’ergonomia della seduta e quella del sonno significa progettare ogni divano letto come un sistema completo, in cui meccanica, design, materassi e imbottiture lavorano in modo sinergico. L’obiettivo è garantire benessere e comfort in entrambe le configurazioni, senza che una funzione penalizzi l’altra.
Nei nostri modelli la seduta è progettata per offrire comfort progressivo e accoglienza, mentre il materasso assicura un supporto corretto, pensato per un riposo di qualità anche quotidiano e avvicinandosi ai veri materassi da letto; la meccanica diventa il ponte invisibile che permette il passaggio tra queste due.
Offriamo inoltre un’ampia gamma di modelli e di materassi proprio perché le esigenze possono essere diverse. Quando il cliente conosce già l’utilizzo principale del prodotto, possiamo guidarlo verso la soluzione più adatta in base allo spazio, alla frequenza d’uso e al contesto d’arredo, assicurando sempre il massimo equilibrio tra estetica e performance.
Collaborare con designer come Simone Micheli, Alessandro Elli e Christophe Pillet significa allineare sensibilità molto diverse. Come nasce e si sviluppa il dialogo creativo con queste firme? E quanto spazio date alla loro visione all’interno dell’identità del brand?
Il dialogo con i designer non è mai una semplice collaborazione, ma un processo di co-creazione. Il punto di partenza è l’ascolto reciproco: da un lato la loro visione estetica e culturale, dall’altro la nostra esperienza tecnica, produttiva ed ergonomica. È in questo scambio che nasce un valore condiviso, capace di trasformarsi in un prodotto che esprime entrambe le sensibilità.
All’interno del progetto di Milano Bedding, lo spazio creativo dei designer è ampio, perché crediamo che la qualità del design sia un elemento essenziale dei nostri modelli. Allo stesso tempo ci assicuriamo che ogni proposta dialoghi con i nostri valori: trasformabilità intelligente, comfort reale, precisione meccanica ed estetica contemporanea.
Il risultato è un equilibrio in cui la loro visione arricchisce l’identità del brand e il brand, a sua volta, offre un terreno solido e coerente su cui quella visione può esprimersi al meglio.
In un’epoca dominata dal 3D, la prototipazione fisica resta centrale nel vostro processo, Perché? E qual è il momento più delicato in cui un progetto “funziona” davvero: il bozzetto, il modello, il primo prototipo o le prove con il meccanismo?


Per Milano Bedding la prototipazione fisica è un passaggio ed investimento importante, nonostante l’importanza crescente del 3D. Solo con un prototipo reale possiamo verificare come la “tecnologia invisibile” – meccanismo, ergonomia, comfort di materassi e imbottiture, qualità delle lavorazioni e robustezza – si integri in modo armonico in un unico prodotto.
Il momento decisivo arriva con il primo prototipo dotato di meccanica operativa: è lì che capiamo davvero se il progetto funziona, se apertura e chiusura sono fluide, se l’estetica rimane pulita, se il comfort è all’altezza e se la struttura risponde ai nostri standard.
Quando qualcosa non è ancora perfetto, il lavoro continua o ricomincia fino a raggiungere tutti i criteri di qualità che definiscono un modello Milano Bedding. Solo allora il progetto può considerarsi compiuto.
Il mondo contract richiede volumi, durabilità, personalizzazione e tempi certi. Come state rispondendo alla nuova domanda di ospitalità “ibrida”, tra hotellerie, micro-living e residenze flessibili?
Per noi il mondo contract è un ambito strategico e sfidante. Rispondiamo alle esigenze specifiche del settore con un approccio estremamente strutturato, offrendo anche soluzioni taylor-made che includono non solo divani letto, ma anche letti imbottiti con contenitore e pouf trasformabili, tutti personalizzabili per design, tessuti, finiture e dimensioni.
La nostra proposta per il contract tiene conto delle specificità dell’ospitalità contemporanea dove la versatilità è fondamentale. Per questo offriamo rivestimenti adatti all’uso intensivo, facili da pulire e resistenti nel tempo, senza rinunciare all’eleganza e alla qualità estetica.
Un esempio emblematico è Lampo Gemellare: un modello ideale per camere flessibili, che può trasformarsi in uno o due letti singoli indipendenti a seconda delle necessità. È esattamente il tipo di soluzione che oggi viene richiesta nelle family rooms: funzionale, adattabile e al tempo stesso curata nel design e nel comfort del materasso.
La nostra strategia nel contract non si basa su prodotti generici, ma su soluzioni pensate per evolvere con i progetti.
Se dovesse scegliere un solo prodotto che rappresenta l’“intelligenza invisibile” di Milano Bedding, quale sarebbe e perché? In cosa è un progetto che non avrebbe potuto essere realizzato da nessun altro?

Il prodotto che meglio rappresenta l’intelligenza invisibile di Milano Bedding è Rufus, disegnato da Christophe Pillet e presentato al Salone del Mobile 2025. La sua peculiarità è la struttura estremamente bassa, quasi a sfiorare il pavimento: una scelta formale inusuale e innovativa nel mondo dei divani trasformabili, resa possibile solo grazie a un lungo lavoro congiunto di ricerca e sviluppo.
Rufus racchiude in sé un letto ampio, accogliente e lungo 200 cm, ottenuto attraverso un meccanismo di apertura pratico, fluido e silenzioso che permette di estrarre un materasso sottile ma sorprendentemente confortevole.
Rufus è la sintesi di precisione meccanica, sensibilità estetica e di un’esperienza profonda nella cultura del trasformabile.
L’internazionalizzazione oggi è fatta di micro-mercati più che di macroaree. Dove cresce davvero la domanda di design trasformabile e quali differenze culturali emergono nel rapporto tra pubblico e divano letto?
Anche noi abbiamo rilevato che, nel settore del design trasformabile, oggi contano soprattutto micro-mercati: nicchie geografiche, sociodemografiche e culturali dove la casa viene vissuta in modo flessibile.
La crescita non è omogenea, ma si concentra nei contesti urbani ad alta densità e nei segmenti in cui lo spazio disponibile rappresenta un valore centrale. Di conseguenza, il design trasformabile è particolarmente richiesto laddove l’ambiente deve essere dinamico e multifunzionale. Il nostro divano letto risponde perfettamente a questa esigenza, poiché può assumere identità diverse: soluzione di ospitalità di qualità, letto per l’uso quotidiano, strumento per ottimizzare lo spazio e, al tempo stesso, elemento di comfort in tutte le sue funzioni.
Guardando al 2035, cosa resterà irrinunciabile nel vostro DNA? E quale sarà la rivoluzione – tecnologica, estetica o tipologica – che Milano Bedding porterà nel settore?


Nel 2035 immagino Milano Bedding ancora profondamente ancorata alla sua cultura artigianale unita alla precisione ingegneristica, la cura delle lavorazioni, l’affidabilità delle meccaniche e un’idea di comfort che non accetta compromessi.
Allo stesso tempo, vedo un’azienda capace di guidare l’evoluzione del settore, introducendo modelli sempre più innovativi sul piano tecnologico, estetico e tipologico. Continueremo a investire nella ricerca sui materiali, meccanismi e soluzioni trasformabili che integrano funzioni nuove, mantenendo un’estetica essenziale e senza tempo.
La rivoluzione sarà proprio questa: unire tecnologia avanzata e bellezza quotidiana, dando vita a prodotti che durano, evolvono e si inseriscono naturalmente nelle nuove forme dell’abitare. Milano Bedding continuerà a reinterpretare il trasformabile, portandolo verso una nuova generazione di comfort intelligente.
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