L’interior design italiano rappresenta da decenni uno dei riferimenti più solidi e riconosciuti a livello internazionale. È il risultato di un sistema culturale unico, formato da scuole di architettura, aziende manifatturiere, artigiani specializzati e progettisti che hanno trasformato lo spazio domestico in un campo di ricerca permanente.
Gli interior designer italiani sono apprezzati non solo per la qualità estetica dei loro progetti, ma per la capacità di controllare l’intero processo: dalla definizione del concept alla scelta dei materiali, dalla progettazione degli arredi alla relazione tra luce, volumi e colore.
L’approccio italiano all’interior design si distingue per la cura dei dettagli, la gestione equilibrata delle proporzioni e la conoscenza profonda del prodotto d’arredo. È un metodo che unisce precisione tecnica e sensibilità culturale, e che ha trovato applicazione in residenze private, hotel, showroom, ristoranti e spazi corporate in tutto il mondo.
Oggi vi parliamo di alcuni tra i più famosi interior designer italiani contemporanei, figure che hanno contribuito a definire il paesaggio progettuale di oggi attraverso stili differenti ma accomunati dalla stessa attitudine: interpretare gli interni come ambienti in cui estetica, funzione e identità dialogano in modo coerente.
I migliori interior designer italiani contemporanei
La scena italiana dell’interior design è composta da studi e progettisti che hanno sviluppato linguaggi distinti ma riconoscibili, capaci di dialogare con l’architettura, con il prodotto e con le tradizioni manifatturiere del Paese. Il loro lavoro si muove tra residenze private, hospitality di alto profilo, retail di lusso e corporate interiors, interpretando ogni progetto come un sistema complesso fatto di materiali, funzioni e identità visiva.
Questi professionisti rappresentano oggi un riferimento nel panorama internazionale grazie alla capacità di coniugare rigore progettuale, sensibilità materica e attenzione per l’esperienza d’uso.
Di seguito una selezione dei più autorevoli interior designer italiani contemporanei, ciascuno caratterizzato da un approccio progettuale unico e da un portfolio consolidato.
Piero Lissoni (Lissoni & Partners, Milano)

Lissoni è tra le figure più influenti dell’interior design italiano contemporaneo. Il suo lavoro si distingue per l’estetica essenziale e il controllo delle proporzioni, unito a un uso colto della luce naturale e artificiale. Ha firmato interni per hotel, residenze, yacht e corporate spaces in Europa, Asia e Stati Uniti. Tra i progetti più rilevanti: The Middle House a Shanghai, gli interni per Sanlorenzo Yacht e numerosi interventi per residenze private di fascia alta.
Antonio Citterio (ACPV — Milano)

Citterio è uno dei protagonisti indiscussi dell’ospitalità di lusso. Il suo studio ha progettato gli interni dei Bulgari Hotels nel mondo, definendo un linguaggio basato su eleganza, coerenza materica e raffinatezza discreta. Le sue architetture interne si caratterizzano per linearità, materiali di alta qualità e una visione sartoriale del dettaglio. È tra gli interior designer italiani più richiesti a livello internazionale.
Marco Piva (Studio Marco Piva, Milano)

Specializzato in hotel, resort e residenze di lusso, Piva rappresenta una delle voci più solide nella progettazione italiana contemporanea. Il suo approccio è tecnico, materico, orientato al dialogo tra architettura e interior. Tra i progetti più noti: Excelsior Hotel Gallia (Milano), i complessi residenziali e hospitality in Cina e Medio Oriente e numerosi interventi per brand dell’arredo Made in Italy.
Matteo Thun (Matteo Thun & Partners, Milano)

Architetto e interior designer italiano riconosciuto a livello europeo, Thun lavora con un linguaggio centrato su natura, sostenibilità e materiali caldi. I suoi hotel, resort e spa si caratterizzano per un’estetica essenziale e per l’integrazione armoniosa tra interni e paesaggio. Tra i progetti di rilievo: Waldhotel Bürgenstock in Svizzera e numerose strutture wellness in Italia e in Austria.
Fabio Novembre (Novembre Studio, Milano)

Novembre firma interni scenografici, narrativi e fortemente identitari. Il suo studio è noto per progetti iconici come Casa Milan, showroom per Kartell e Bisazza, ristoranti e spazi retail che uniscono arte, design e comunicazione. È uno degli interior designer italiani più riconoscibili, capace di reinterpretare lo spazio con un linguaggio teatrale e contemporaneo.
Vincenzo De Cotiis (Milano)

Figura autonoma e raffinata, De Cotiis lavora su interni che sembrano vere e proprie installazioni permanenti. L’uso sapiente di materiali grezzi, vetroresina, metalli ossidati e marmi lo rende uno dei progettisti italiani più apprezzati dalla committenza privata internazionale. I suoi progetti si distinguono per continuità visiva, atmosfere rarefatte e una forte componente materica.
Ludovica Serafini & Roberto Palomba (PS+A, Roma/Milano)

Il duo italiano lavora su residenze, hotel, SPA e spazi retail, definendo un’estetica contemporanea, armonica e misurata. Il loro linguaggio combina materiali naturali, geometrie pulite e un uso calibrato della luce. Sono tra gli studi italiani più richiesti nel settore hospitality di alto profilo.
Studiopepe (Milano)

Fondato da Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto, è uno degli studi italiani più riconosciuti nel panorama del design contemporaneo. I loro interni uniscono ricerca cromatica, riferimenti culturali, geometrie sofisticate e cura sartoriale del dettaglio. Lavorano su residenziale, boutique hotel, retail e styling di alto livello.
Park Associati (Milano)

Lo studio guidato dagli italiani Michele Rossi e Filippo Pagliani è noto per interni corporate, retail di lusso e hospitality. Il loro linguaggio è rigoroso, contemporaneo e orientato all’architettura dello spazio. Hanno curato il retail Brioni e gli interni di sedi corporate per multinazionali in Europa.
Noa — Network of Architecture (Bolzano)*

Fondato dagli architetti italiani Lukas Rungger e Stefan Rier, è uno dei nomi più discussi nel settore hospitality contemporaneo. Progettano interni per hotel e resort ad alto contenuto scenografico, come l’Hotel Hubertus in Alto Adige, noto per la piscina sospesa sul vuoto. Loro cifra: dialogo con il paesaggio, materia naturale e soluzioni immersive.
Marcante–Testa (Torino)

Il duo italiano Andrea Marcante e Adelaide Testa lavora con una forte identità estetica: stratificazione di materiali, colore strutturale, referenze architettoniche colte. I loro interni, pubblicati dalle principali riviste di settore, rappresentano una delle voci più originali dell’interior design italiano.
Interior designer italiani che hanno fatto la storia: i nomi dei maestri
Non possiamo parlare di interior design italiano senza citare i maestri che, con il loro lavoro, hanno definito il modo in cui abitiamo e continuiamo a progettare gli spazi oggi. La loro eredità è alla base della cultura progettuale italiana: un intreccio di architettura, design, artigianato e sperimentazione che ha reso l’Italia un riferimento globale. Sono figure che hanno anticipato tendenze, interpretato la contemporaneità e trasformato l’interno domestico in un laboratorio di idee destinato a durare.
Gio Ponti

Architetto, designer, direttore di Domus, Ponti è considerato il padre del design italiano moderno. Oltre alle icone di arredo, è stato un maestro indiscusso degli interni: dagli appartamenti milanesi degli anni Cinquanta e Sessanta agli hotel in Italia e all’estero, portava negli spazi una leggerezza architettonica fatta di luce, colore e proporzioni esatte. Il suo contributo rimane uno dei più influenti del Novecento.
Ettore Sottsass

Figura centrale del design italiano, capace di spostare continuamente i confini del linguaggio progettuale. Sottsass ha lavorato sugli interni come luoghi emotivi, culturali, simbolici. Prima con il modernismo, poi con la radicalità del gruppo Memphis, ha introdotto colore, materia e narrazione in modo rivoluzionario. I suoi interni, dalle case agli showroom, sono ancora oggi punti di riferimento per creativi di tutto il mondo.
Achille Castiglioni

Uno dei maestri assoluti del design italiano, noto per la capacità di leggere lo spazio con una lucidità progettuale rara. I suoi interni – razionali, funzionali, ma mai privi di poesia – hanno contribuito a definire il modo in cui luce, arredo e architettura dialogano tra loro. Castiglioni insegnava che un interno deve essere essenziale, intelligente e profondamente umano.
Vico Magistretti

Raffinato, milanese, essenziale. Le case progettate da Magistretti – come gli interni per la Milano borghese del dopoguerra – raccontano un modo di abitare pratico, luminoso e moderno. Il suo approccio, basato su proporzioni controllate e funzionalità pulita, ha influenzato generazioni di interior designer italiani.
Cini Boeri

Tra le grandi protagoniste del design italiano, Boeri ha rivoluzionato la concezione dello spazio domestico portando flessibilità, modularità e attenzione alle esigenze della vita contemporanea. I suoi interni – luminosi, fluidi, pensati per accogliere – introducono un rapporto empatico con l’abitare. La sua visione, fortemente innovativa, è ancora oggi attuale.
Franco Albini

Maestro razionalista, Albini ha lavorato sugli interni con un rigore progettuale che univa artigianato, leggerezza strutturale e precisione assoluta. Le sue case, i suoi musei e i suoi allestimenti sono un esempio di equilibrio tra funzione, struttura e bellezza. È stato uno dei progettisti più colti del Novecento italiano.
Carlo Scarpa

Pur essendo prima di tutto architetto, Scarpa ha segnato in modo profondo anche l’interior design: boutique, allestimenti, interni museali e residenziali che uniscono artigianato veneziano, materia, luce e una sensibilità poetica rarissima. I suoi dettagli – cerniere, soglie, scale – sono diventati un linguaggio.
Le caratteristiche distintive dell’interior design italiano
L’interior design italiano è il risultato di una cultura progettuale che integra architettura, tecnica e industria. Non si struttura come uno stile riconoscibile, ma come un metodo: un insieme di criteri che riguardano proporzione, relazione tra i materiali, coerenza delle soluzioni tecniche e un controllo puntuale degli elementi costruttivi.
Continuità tra architettura e interior
Nel contesto italiano l’interior design non è considerato una disciplina separata dall’architettura. Gli interni vengono affrontati come parte del progetto complessivo: distribuzione, rapporto tra pieni e vuoti, elementi fissi, aperture e superfici hanno la stessa dignità del volume architettonico esterno.
La qualità degli interni dipende quindi da un’impostazione spaziale precisa, non dalla sola scelta degli arredi.
Rigorosa selezione materica
La tradizione manifatturiera italiana ha reso il progetto d’interni fortemente legato ai materiali. La selezione non è decorativa ma funzionale e tecnica: essenze lignee, metalli, lapidei, vetri e tessuti vengono utilizzati in modo controllato, spesso in relazione con la luce e con gli elementi architettonici.
Le finiture sono trattate come parte del sistema costruttivo, non come applicazioni estetiche.
Tecnica esecutiva e cura del dettaglio
Il dettaglio costruttivo è uno dei tratti più riconoscibili del progetto italiano. Profili, giunzioni, spessori, integrazione tra elementi fissi e arredi su misura vengono sviluppati con attenzione alla durabilità e alla coerenza visiva.
Il controllo del dettaglio non è un virtuosismo formale, ma un parametro tecnico che determina la qualità complessiva dello spazio.
Conoscenza avanzata del prodotto d’arredo
Il sistema industriale italiano, basato su aziende di alto livello (Molteni&C, Poliform, Cassina, B&B Italia, Giorgetti, Flos), permette agli interior designer di operare con una conoscenza approfondita dell’arredo contemporaneo. Questo consente soluzioni integrate — armadiature, boiserie, sistemi contenitivi, imbottiti — che dialogano con l’architettura e non si limitano a completarla.
Gestione della luce come elemento progettuale
La luce, naturale e artificiale, viene trattata come materiale. La scuola italiana lavora su livelli luminosi differenziati, controllo dell’abbagliamento, integrazione di corpi illuminanti negli elementi architettonici e progettazione di scenari. La luce non è accessoria: incide sulla percezione dei materiali e sulla qualità dello spazio.
Approccio funzionale e orientato all’uso
L’interior design italiano si fonda su una logica d’uso: ergonomia, percorsi interni, articolazione delle funzioni e coerenza distributiva sono parte centrale del progetto. L’estetica è una conseguenza della soluzione funzionale, non il contrario.
Identità progettuale non dipendente dallo stile
A differenza di altri contesti internazionali, in Italia non prevale un linguaggio unico. Gli interior designer operano con approcci diversi — minimale, materico, decorativo, narrativo — mantenendo come riferimento costante la qualità tecnica e la coerenza dell’insieme.
Progetti iconici firmati da interior designer italiani
La qualità dell’interior design italiano si misura anche attraverso una serie di progetti che hanno consolidato la reputazione del Paese nel panorama internazionale. Di seguito alcuni interventi che rappresentano riferimenti chiave per metodo, linguaggio e rigore esecutivo.
Bulgari Hotels (Milano, Londra, Dubai, Tokyo) — ACPV Antonio Citterio Patricia Viel

Il lavoro di ACPV per la rete Bulgari Hotels è tra i contributi più significativi all’hospitality contemporanea. L’identità degli interni è fondata su geometrie controllate, palette materiche coerenti e integrazione tra elementi fissi e arredi. Gli hotel definiscono uno standard globale per equilibrio, proporzione e qualità costruttiva.
The Middle House (Shanghai) — Lissoni & Partners

Uno dei progetti più completi del lavoro di Piero Lissoni nel settore alberghiero. Gli interni presentano una continuità materica calibrata, un uso razionale della luce e un rapporto diretto con il sistema architettonico. L’approccio minimale, non decorativo, definisce un modello riconosciuto nel panorama internazionale.
Excelsior Hotel Gallia (Milano) — Studio Marco Piva

Intervento che integra architettura, interior e product design. Piva rilegge un edificio storico con un impianto contemporaneo basato su materiali lapidei, superfici metalliche e soluzioni su misura. L’hotel è un caso esemplare di aggiornamento tipologico nel settore luxury hospitality italiano.
Waldhotel Bürgenstock (Svizzera) — Matteo Thun & Partners

Un progetto in cui il lavoro sugli interni si basa su un dialogo diretto con il paesaggio. L’impiego di legni, superfici materiche e un controllo attenuato della luce definiscono un ambiente coerente con le funzioni terapeutiche e di benessere dell’edificio. Modello di integrazione tra interior design e architettura ambientale.
Casa Milan (Milano) — Novembre Studio

Riconosciuto per il linguaggio narrativo e identitario, l’intervento propone interni fortemente caratterizzati da linee dinamiche, superfici continue e soluzioni che integrano grafica, comunicazione e architettura. È uno degli esempi più studiati nel rapporto tra interior design e brand identity.
Residenze private di Vincenzo De Cotiis (Milano, Parigi, Seoul)

Gli interni progettati da De Cotiis sono considerati riferimenti nella ricerca materica contemporanea. L’uso di marmi trattati, metalli ossidati, vetroresina e superfici imperfette definisce un linguaggio autonomo, rilevante per chi studia la dimensione scultorea dello spazio domestico.
Boutique Brioni (varie sedi internazionali) — Park Associati

Progetto che esprime un approccio misurato, razionale e orientato all’identità del marchio. L’interior lavora su modularità, materiali selezionati e un’illuminazione calibrata. È un caso studio ricorrente nel retail di alta gamma.
Hotel Hubertus (Valdaora, Alto Adige) — Noa Network of Architecture*

Celebre per la piscina sospesa, il progetto è altrettanto rilevante per gli interni: legno, superfici tattili e continuità con il contesto alpino. L’intervento rappresenta un modello nell’hospitality alpina contemporanea, con un equilibrio tra architettura e interior design.
Progetti residenziali Marcante–Testa (Torino, Milano, Parigi)

Il duo torinese lavora su una stratificazione materica e cromatica riconoscibile. I loro interni sono studiati in relazione al contesto storico e rappresentano un riferimento nella progettazione residenziale europea contemporanea, spesso utilizzati come casi studio accademici.
Showroom Kartell, Foscarini e Bisazza — Ferruccio Laviani

Laviani ha ridefinito il linguaggio degli showroom di design italiani utilizzando geometrie, luce e volumi come elementi identitari. I suoi interni sono analizzati per la capacità di trasformare spazi commerciali in dispositivi di comunicazione tridimensionale.
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