Nel corso del Novecento, lo specchio smette di essere un semplice oggetto funzionale per trasformarsi in una superficie concettuale, capace di riflettere non solo immagini ma anche pensieri, emozioni e percezioni.
Da elemento pratico dell’arredo, diventa strumento artistico, tela per pittori, supporto poetico e mezzo di esplorazione filosofica.
Due opere in particolare – Les Grands Trans-Parents di Man Ray e Ultrafragola di Ettore Sottsass Jr – incarnano due approcci opposti ma complementari:
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uno minimale, enigmatico e filosofico;
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l’altro pop, luminoso e ironico.
In entrambi i casi, lo specchio va oltre la sua funzione riflettente, trasformandosi in una soglia verso nuove dimensioni di significato.
Les Grands Trans-Parents – Man Ray (1938)
Specchio dell’invisibile, simbolo surrealista e riflessione filosofica
Nel 1938, Man Ray, artista chiave del Dadaismo e del Surrealismo, concepisce Les Grands Trans-Parents, rieditato poi da Simon by Cassina nel 1971.
Questo specchio ellittico in vetro serigrafato, privo di decorazioni e sorretto da una base scultorea, è dominato dal titolo che attraversa l’intera superficie. L’espressione francese “Les Grands Trans-Parents” può significare sia “i grandi genitori” che “i grandi trasparenti”.
Questa ambiguità linguistica è il cuore del progetto: per Man Ray, la trasparenza è metafora dell’invisibile, di ciò che spesso sfugge alla percezione superficiale ma racchiude significati profondi.
Lo specchio non restituisce un volto, ma invita all’introspezione. È un’opera-manifesto del surrealismo, che sovverte l’idea tradizionale di immagine specchiata e stimola una riflessione destabilizzante.
Ultrafragola – Ettore Sottsass Jr (1970)
Icona del Radical Design, tra luce rosa e ironia pop
Più di trent’anni dopo, nel 1970, Ettore Sottsass Jr progetta per Poltronova uno degli specchi più celebri della storia del design: Ultrafragola.
Parte della serie sperimentale Mobili Grigi, quest’opera sfida i canoni tradizionali del mobile. La cornice ondulata, realizzata in PETG termoformato, avvolge la superficie specchiante e si illumina grazie a un sistema di neon rosa (oggi anche LED), trasformando lo specchio in una scultura luminosa.
Da spento, appare come un elemento d’arredo dal forte impatto visivo; da acceso, diventa un oggetto sensuale e scenografico, capace di modificare l’atmosfera dell’ambiente.
Il riferimento al mondo di Alice in Wonderland e all’immaginario fiabesco sottolinea il suo carattere visionario: come nel Paese delle Meraviglie, “nulla è come sembra”.
Due visioni complementari dello specchio nel design
Nonostante le differenze di stile e contesto – l’avanguardia parigina per Man Ray e l’Italia del design radicale per Sottsass – entrambi gli specchi condividono la volontà di trasformare un oggetto passivo in un soggetto attivo.
Opera | Anno | Materiali | Funzione | Estetica | Simbolismo | Messaggio |
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Les Grands Trans-Parents – Man Ray | 1938 (ried. 1971) | Vetro ellittico, serigrafia, poliuretano | Oggetto concettuale | Minima, enigmatica | Surrealista, filosofico | La realtà si nasconde nell’invisibile |
Ultrafragola – Ettore Sottsass Jr | 1970 | PETG termoformato, neon/LED | Specchio + luce d’ambiente | Pop, sinuosa, provocatoria | Fiabesco, ironico | Contrasto tra apparenza ed essenza |
Lo specchio tra visibile e invisibile
Sia Les Grands Trans-Parents che Ultrafragola operano sul confine tra arte e design, tra visibile e invisibile:
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il primo invita a un’esplorazione intima e concettuale,
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il secondo seduce con colore, forma e luce.
Entrambi dimostrano che lo specchio, nel design del Novecento, non è più un semplice strumento per riflettere un’immagi
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