Dal primo bozzetto al New Modernism, tra segreti e visioni di un design che emoziona: la storia di Tonelli Design
Il vetro, quando incontra la luce, diventa poesia. C’è qualcosa di ipnotico nel modo in cui riflette, filtra e disegna lo spazio. Tonelli Design ha fatto di questa magia la propria firma, trasformando un materiale antico in una visione moderna dell’abitare.
Nei suoi arredi, il vetro non è mai solo trasparenza: è movimento, profondità, materia viva. E quando dialoga con il metallo, il legno, le pietre o i tessuti, nasce un linguaggio sofisticato che ridefinisce il concetto di interior design.
Ce lo racconta Michele Gasperini, accompagnandoci in un universo fatto di sperimentazione, artigianalità e coraggio progettuale. Un viaggio che parte dalla prima collezione presentata al Salone del Mobile e arriva fino a The New Modernism, una visione che guarda al futuro e invita a ripensare la casa come luogo di benessere, emozione e identità.
Tra aneddoti, sfide tecnologiche e visioni per il futuro, Michele Gasperini ci svela l’anima di Tonelli Design. Ecco cosa ci ha raccontato.
Dove il vetro prende vita: intervista a Michele Gasperini di Tonelli Design
Tonelli Design nasce nel 1988 e in pochi anni impone una nuova visione dell’arredo in vetro. Quali sono stati i passaggi cruciali che hanno segnato l’identità dell’azienda in questi quasi quarant’anni di storia?
La prima presentazione della collezione “Tonelli” al Salone del Mobile di Milano, all’interno di uno stand futuristico firmato da Marco Gaudenzi e Luigi Serafini, è stata travolgente! Non esisteva nulla di simile al momento nel panorama del design italiano. L’attenzione della stampa e del mercato internazionale è stata subito molto forte ed ha sostenuto e spinto l’azienda almeno per i suoi primi 10/15 anni di vita.
A partire dai primi anni 2000, spinti dal continuo desiderio di innovazione e sperimentazione, si è iniziato ad introdurre il metallo, come materiale complementare al vetro, con l’intenzione di ampliare la gamma di prodotto ed alimentare ulteriormente la ricerca nel settore dell’incollaggio UV, che aveva già reso iconici alcuni prodotti Tonelli. Il coinvolgimento di designer di fama internazionale come Denis Santachiara, Karim Rashid, Emilio Nanni… ha portato una nuova visione all’azienda, con prodotti innovati ed assolutamente originali.
Il decennio successivo ha permesso all’azienda di guadagnare l’attenzione di un pubblico più vasto e di un mercato ancora più internazionale, anche se la crisi economica globale del 2007 ha compromesso il percorso dell’azienda, che nel 2010 è passata di mano all’attuale proprietà. Negli anni immediatamente successivi, tra il 2011 e il 2013 il rilancio del marchio Tonelli passa attraverso una sorta di ritorno al passato, ma con una rinnovata sfida tecnologica e con la volontà di dimostrare le capacità e il primato dell’azienda nella lavorazione del vetro. Da un lato si riallacciano i rapporti con i progettisti storici, dall’altro si aprono le porte a nuovi designer giovani e talentuosi. Nascono prodotti come Liber, Bakkarat, Quiller, Penrose, Vu e tanti altri, che permettono al brand di riottenere la sua riconoscibilità ed autorevolezza nel panorama del design mondiale.
Nel 2020 si aggiunge un altro tassello all’evoluzione dell’azienda, grazie alla collaborazione con l’architetto Massimo Castagna al quale viene affidata la direzione artistica, nasce così la collezione The New Modernism, una nuova interpretazione degli ambienti, originale e funzionale con l’introduzione di materiali e tipologie di arredo per i diversi spazi della casa. Non più solo complementi, ma sistemi, sedute, imbottiti, illuminazione… non più solo vetro, ma legni, pietre, tessuti e metalli, per creare una proposta di mood elegante e senza tempo.
La vostra radice è nel vetro Made in Italy, un materiale nobile e complesso. In che modo riuscite a custodire questa eredità artigianale e al tempo stesso a rileggerla in chiave contemporanea?
Il vetro è estremamente duttile e versatile, sia dal punto di vista estetico che tecnico. Nonostante possa sembrare un materiale amorfo e difficile, il vetro offre una moltitudine di soluzioni per poter essere trasformato a seconda del desiderio e delle esigenze del progettista. Ovviamente è fondamentale un’accurata conoscenza della materia per poter manipolare alla perfezione tutte le sue peculiarità. L’esperienza e la passione ci permettono di evolvere il vetro sempre in modo nuovo, attraverso le cromie di tendenza, le texture attuali, le forme moderne, senza perdere mai la sua innata naturalezza.
Da specialista del vetro, Tonelli ha progressivamente aperto il proprio linguaggio ad altri materiali – legno, metallo, tessuto, pelle. Quali sono state le tappe di questa evoluzione e come si riflettono oggi nelle collezioni?
L’introduzione di materiali diversi dal vetro è stata graduale. Il primo materiale è stato il metallo, che ha una perfetta compatibilità con il vetro dal punto di vista dell’incollaggio UV. Si trattava quindi di una integrazione dettata da esigenze costruttive dei prodotti, che così si sono evoluti dal punto di vista delle dimensioni e della complessità. A seguire il legno, soprattutto per le sue doti estetiche, è stato il materiale che ci ha permesso di “scaldare” il vetro ed ha aperto ampie possibilità alla personalizzazione del prodotto.
Il passaggio più radicale è avvenuto nel 2020 con la collezione The New Modernism, dove anche gli altri materiali nobili, come la pelle, il tessuto e la pietra sono diventati parte integrante delle nuove proposte. Scelti con cura e originalità, oggi sono immancabili all’interno dei nostri moodboard e spesso diventano elementi caratterizzanti e distintivi.
La dimensione del “su misura” e della personalizzazione è ormai centrale nel mondo dell’interior design. Come avete adattato la vostra produzione per interpretare le esigenze di architetti e progettisti?
In questo caso, la nostra dimensione artigianale, ci permette da anni di essere molto flessibili nella produzione ed aperti ad ogni tipo di personalizzazione. Nel 2010 l’azienda ha assorbito all’interno della sua struttura tutto il reparto di trasformazione del vetro, producendo internamente la maggior parte del lavoro. Questa predisposizione oggi ci permette di fare leva sul prodotto “su misura” diventando un partner di riferimento per il committente, non solo nel prodotto di vetro, ma anche su progetti speciali e completamente custom.
La ricerca tecnologica è un vostro tratto distintivo. Quali sono stati i progetti di R&D più significativi degli ultimi anni e come hanno contribuito a ridefinire le potenzialità del vetro nell’arredo?
Uno dei progetti di ricerca più impegnativi è nato da un’idea di Paolo Lomazzi, alla quale abbiamo iniziato a lavorare nel 2015. Si tratta di una mescola di vetro riciclato, colorato e colato con resine epossidiche atossiche, che dopo 2 anni di sperimentazione, ha dato vita ad un nuovo materiale, che abbiamo chiamato Kristal Fusion e brevettato nel 2017. Da questo materiale è nata nello stesso anno, la collezione Il Paese delle Meraviglie, disegnata dallo stesso Paolo Lomazzi, che esalta le proprietà estetiche di questo materiale, con cromie e forme assolutamente innovative.
Negli ultimi anni, un altro progetto di ricerca molto importante, è già entrato a far parte delle nostre collezioni ed è in continua fase di sviluppo. È una trasformazione tridimensionale della lastra di vetro piano float, che attraverso una lavorazione a caldo assume nuove texture, trame e colorazioni molto particolari. Si tratta di una vera e propria nuova vita del vetro, che in questo modo assume un aspetto molto materico, morbido ed elegante. I prodotti che già sfruttano questo vetro sono: il tavolo Bow, la madia Aterea e il sistema di rivestimenti da parete Wonderwall.
Scopri di più su Wonderwall | Rivestimenti in vetro per pareti Made in Italy e lasciati ispirare dalle infinite possibilità del vetro. Per informazioni o per avviare un progetto personalizzato, visita la pagina Tonelli Design e compila il form “Contatta”.
Il vetro è un materiale riciclabile, ecologico, antibatterico: qualità che lo rendono estremamente attuale. Come integrate oggi la sostenibilità nei processi produttivi e nella progettazione delle collezioni?
Il vetro è conosciuto notoriamente come il miglior materiale ecosostenibile al mondo! Questo è stato anche stabilito dall’Assemblea Generale dell’Onu che ha dichiarato il 2022 Anno Internazionale del Vetro:
Un riconoscimento straordinario a un materiale antichissimo eppure moderno capace di evolversi continuamente, di assumere nuove forme e funzionalità affrontando le sfide tecnologiche e ambientali che l’uomo si ritrova dinnanzi a sé.
Ma parlando di ecosostenibilità nel settore dell’arredo, il materiale non è l’unico aspetto da considerare. Il mobile deve essere progettato pensando alla sua riparabilità, alla possibilità di essere smontato e riciclato, così da garantire un ciclo di vita il più lungo possibile e, anche a fine vita, un corretto smaltimento. Questi principi vengono applicati già in fase di progettazione delle collezioni più recenti. Il primo esempio concreto è il tavolo Crossover, selezionato dall’ADI Index nel 2023 proprio per le sue caratteristiche di sostenibilità e circolarità.
Alcuni dei vostri arredi nascono già dal vetro riciclato. Quanto è importante per voi la circolarità e come immaginate che questa logica possa incidere sul futuro del design?
Crediamo che il futuro del design sia fondato sulla sostenibilità ecologica ed economica di ogni prodotto che possa essere commercializzato. Ogni oggetto deve essere progettato nel rispetto dell’ambiente con qualità che lo rendano duraturo e a minimo impatto ambientale. Tutto questo si deve verificare mantenendo comunque un equilibrio economico corretto, per permettere che prodotti con queste peculiarità abbiano comunque un’ampia distribuzione e non siano relegati solo ad una clientela abbiente e particolarmente sensibile.
Le vostre collaborazioni con designer di fama internazionale – da Karim Rashid a Massimo Castagna, fino a Studio 14 – hanno generato pezzi iconici. Come si costruisce un dialogo tra il vostro know-how tecnico e la loro visione creativa?
Spesso servono anni prima di riuscire a creare il primo nuovo prodotto con un designer! La tecnologia del vetro incollato UV non è così conosciuta, anche per i designer di lunga esperienza, quindi serve tanto tempo per trovare la giusta soluzione sia da parte nostra che da parte del progettista.
Ricordo i primi progetti ricevuti da Karim Rashid nel 2004… circa una ventina di proposte e nessuna di queste apparentemente realizzabili… è stata una scintilla che ci fatto scardinare tanti limiti che avevamo e da lì sono nati alcuni tra i prodotti più apprezzati ancora oggi.
In altri casi invece l’incontro è immediato e da una prima proposta, nasce subito un nuovo prodotto, come è successo per la lampada Cathedral di Studio 14.
Non possiamo dire che esiste quindi una regola su come nasce il rapporto tra designer e azienda, ma l’unica certezza è che dopo una prima volta, si forma sempre un bel feeling che quasi sempre fa nascere altri prodotti e collaborazioni lunghe e piacevoli.
Avete avuto rapporti storici come quello con Isao Hosoe, che hanno lasciato segni profondi nella vostra storia. In che modo queste esperienze hanno orientato la filosofia aziendale e il modo di interpretare il design?
Il rapporto con Isao Hosoe andava oltre al semplice legame lavorativo. Insieme a Marco Gaudenzi è stato l’ideatore della Tonelli e il primo direttore creativo dell’intera collezione. Ogni incontro era una lezione di design, ma soprattutto un insegnamento di vita. Era una persona molto rigorosa e introversa, ma ogni chiacchierata era un racconto emozionante e coinvolgente. Proprio questi erano gli aggettivi sui quali aveva plasmato la filosofia Tonelli. Il prodotto doveva essere minimale, senza eccessi e soprattutto doveva emozionare. Il suo mantra era: la magia del movimento! In affetti vedere quegli oggetti così eterei, muoversi e ruotare con quella leggerezza era davvero magico!
La lampada Rook segna una nuova tappa nel sodalizio con Karim Rashid, che dura da oltre vent’anni. Qual è il valore di una partnership così longeva e cosa aggiunge oggi al vostro percorso?
Quella con Karim è una delle collaborazioni più longeve e continue. Ogni anno ci sentiamo e lavoriamo su nuove proposte, anche se non sempre troviamo la novità che soddisfa entrambe. La scelta di lavorare con lui nel 2004 è stata molto coraggiosa, soprattutto perché il suo stile è molto decorativo e personale, quando la Tonelli aveva un approccio estremamente minimale e purista. È stata una sfida che ancora oggi ci spinge ad uscire dalla nostra “comfort zone” e ci porta a sperimentare sempre nuove tipologie di prodotto e soluzioni, come per appunto, la lampada Rook.
Tonelli è un brand fortemente internazionale. Quali mercati si stanno dimostrando oggi più sensibili al vostro linguaggio e quali strategie state adottando per rafforzare la vostra presenza globale?
Fin dai primi anni la Tonelli ha avuto una forte presenza nei mercati esteri, che si è attestata all’incirca sul 70% del fatturato totale, con una forte preponderanza del mercato statunitense. Le perturbazioni globali degli ultimi anni, dal Covid in poi, passando dai conflitti est-europei e dalle politiche dei dazi USA, stanno alterando questi rapporti, con un calo dei mercati atlantici ed una forte incertezza dei mercati europei. La strategia che stiamo mettendo in campo, già a partire dall’inizio dell’anno, è quella di diversificare il più possibile i mercati, ampliando la rete degli agenti di commercio e le partnership con i dealer di tutto il mondo. A nostro vantaggio c’è il fatto che le nuove collezioni, nella veste The New Modernism guidata da Massimo Castagna, dialogano con diversi stili dell’abitare moderno, si adattano alle tendenze attuali e trovano spazio in tutti i progetti d’arredo internazionale.
Le vostre collezioni nascono con una forte identità estetica, ma sono anche strumenti di progetto. In che modo dialogano con le esigenze dei progettisti e degli interior designer contemporanei?
La parola chiave del mondo dell’interior design di questi anni è indubbiamente personalizzazione. Da tempo abbiamo capito che era necessario ascoltare le esigenze dei professionisti che plasmano lo spazio abitativo attorno alle persone, alle loro esigente e al loro gusto. È così che non creiamo più cataloghi dai quali scegliere un prodotto piuttosto che un altro, ma costruiamo ambientazioni che vogliono far scaturire quella speciale sensazione di sentirsi a casa.
Qual è il prodotto più iconico di Tonelli Design? Raccontateci la sua storia: dal primo bozzetto, alle mani e alle menti che lo hanno disegnato, fino agli aneddoti o alle sfide che ne hanno segnato il percorso. Quando avete capito che sarebbe diventato un pezzo simbolo del brand?
La nostra icona è Albero, disegnato da Isao Hosoe nel 1988.
Fa parte della primissima collezione di Tonelli, quindi il più longevo ed ancora in produzione. Albero nasce come espositore di dischi in vinile, oppure porta riviste. In sé rappresenta tutta la tecnica e la filosofia Tonelli, nella scelta degli spessori diversi tra loro, nella proporzione del disegno, nella forza degli incollaggi e soprattutto quella base rotante in vetro su sfere, brevettata nel 1988, che ha caratterizzato la maggior parte dei prodotti di Isao Hosoe. Come diceva lui: era magia in movimento.
Quali sono, secondo lei, gli altri prodotti più rappresentativi del vostro catalogo e perché proprio quelli raccontano al meglio l’identità del brand?
La storia della Tonelli è stata caratterizzata da molti prodotti iconici, spesso provocatori e dirompenti. Ad Albero vanno aggiunti pezzi come Strappo di Luigi Serafini, Scala del Cielo di De Pas D’Urbino Lomazzi, Vitrum di Paolo Nava, solo per parlare dei primi anni di produzione. Poi ci sono gli anni del rilancio dal 2010 in poi, dove spiccano Liber di Luca Papini, Bakkarat di d’Urbino-Lomazzi, Perseo di Paolo Grasselli, Penrose dello studio Hosoe, VU di Giovanni Tommaso Garattoni, Matropolis di Giuseppe Maurizio Scutellà e tanti altri. Tutti questi prodotti esprimono a pieno la filosofia dell’azienda, della materia vetro e della tecnologia dell’incollaggio UV.
Oggi Tonelli sta cambiando con una certa velocità, così come cambiano velocemente i mercati ed il mondo in generale… la collezione The New Modernism sta proprio evolvendo l’azienda, senza abbandonare il legame con il passato, la tradizione vetraria e la spinta innovatrice. In questi ultimi 5 anni sono già nati prodotti che definiscono la nuova direzione Tonelli, come il tavolo Bow, il divano Soft Glass, la lampada Hyperion, lo specchio Split… tutti prodotti in cui il vetro è sempre protagonista e la cura del dettaglio sempre impeccabile.
Se dovesse raccontare Tonelli Design in tre parole soltanto, quali sceglierebbe e perché?
- HEALTH, è un termine che racchiude i concetti di salute, salubrità e benessere. Il vetro è l’opzione che ti fa sentire bene. È puro e impermeabile, facile da pulire ecologico e riciclabile all’infinito. La scelta migliore per sé e per l’ambiente.
- TAILOR-MADE, rappresenta il nostro approccio nell’affrontare i progetti in maniera completamente personalizzabile e con la cura sartoriale tipica del Made in Italy.
- ESPERIENZA, il nostro obiettivo è quello di creare ambienti che accendono i sensi, prodotti belli, iconici e senza tempo, creando connessioni emotive attraverso il tatto, la vista, il suono.
Chiudiamo gli occhi: è il 2035. Come immagina l’azienda, i prodotti e le persone che vivranno con le vostre creazioni?
Tonelli sta seguendo un percorso di evoluzione, trasformazione e crescita. Il cammino è iniziato da 5 anni e tra altri 10 ci auguriamo che il nostro marchio abbia raggiunto il prestigio dei grandi brand del design italiano. Abbiamo già compiuto passi importanti, affrontando tematiche del tutto nuove per noi, come l’imbottito e l’illuminazione. Ora stiamo sviluppando i sistemi di rivestimento e partizione verticale, che dopo la presentazione al Salone del Mobile 2025, stanno già attirando una grande attenzione da parte degli interior e del mercato. Poi ci saranno gli altri spazi della casa, come la cucina, il bagno e la camera, dove il vetro può trovare sicuramente la giusta collocazione… e perché no… l’outdoor!
Il nostro obiettivo è quindi chiaro e dichiarato, offrire un nuovo modo di abitare la casa, in modo responsabile e consapevole. Una casa personale, che rispetta i gusti e le richieste di chi la abita, senza rinunciare allo stile e al benessere.
Leave a comment