Ci dormiamo un terzo della nostra vita, ma raramente ci chiediamo chi lo abbia inventato.
Eppure il letto, oggetto apparentemente semplice e quotidiano, è uno dei simboli più antichi e complessi della cultura umana: un luogo di riposo, ma anche di nascita, sogno, amore, malattia, morte.
La sua storia attraversa i millenni come un racconto di evoluzione del comfort, del gusto e della società.
Chi ha inventato il letto? Dalle pietre all’Egitto, le origini

I primi letti non erano altro che un rialzo dal suolo: mucchi di foglie o pelli animali disposte su pietre levigate.
Un gesto primordiale ma rivoluzionario: separarsi dalla terra significava proteggersi dal freddo, dagli insetti, e — simbolicamente — avvicinarsi al cielo.
Già 10.000 anni fa, in Sudafrica, alcuni scavi archeologici hanno rivelato giacigli costruiti con foglie di canna e ceneri repellenti agli insetti: i primi esempi di design naturale.
Nell’antico Egitto il letto diventa status: una piattaforma sopraelevata in legno, con gambe zoomorfe, decorata in oro e avorio.
Era un trono orizzontale, un segno di potere e divinità. Il faraone Tutankhamon dormiva su un letto d’oro curvato verso l’alto — simbolo di ascesa al cielo anche durante il sonno.
Grecia e Roma: il letto come scena sociale
Per Greci e Romani, dormire era solo una delle funzioni del letto.
Nel triclinio romano, ad esempio, si mangiava sdraiati: il letto era un mobile conviviale.
Le strutture, spesso in bronzo o legno intagliato, venivano arricchite da materassi in lana e piume, e coperte ricamate, simbolo di civiltà e benessere.
È in questo periodo che nasce la distinzione tra letto diurno e notturno, tra il riposo privato e la rappresentazione pubblica.
Il letto diventa anche un oggetto estetico, parte integrante dell’architettura domestica.
Medioevo: il letto come fortezza e simbolo familiare
Nel Medioevo, il letto torna ad essere rifugio.
Le camere sono fredde, i pavimenti in pietra, e il letto diventa un’isola chiusa da cortine e drappi pesanti.
La privacy, concetto quasi sconosciuto, nasce proprio lì, dietro quelle stoffe che custodivano il sonno e i segreti.
Il letto diventa il fulcro della stanza, spesso smontabile e trasportabile.
È il luogo dove si riceve, si partorisce e si muore. In molti castelli francesi e italiani, il letto del signore è disposto su un piedistallo, ornato da baldacchino e stemma familiare: una architettura nella stanza.
Rinascimento e Barocco: il letto come opera d’arte
Nel Rinascimento, con il ritorno dell’umanesimo, il letto si trasforma in un oggetto d’arte e architettura.
Le forme si alleggeriscono, le decorazioni diventano più raffinate, il legno scolpito racconta storie mitologiche.
A Firenze, Venezia, Parigi, il letto a baldacchino domina la scena come una piccola cattedrale privata.
Nel Barocco esplode la teatralità: velluti, dorature, intarsi, tende drappeggiate.
Il letto è uno spettacolo per l’occhio e un manifesto di ricchezza.
Versailles ne diventa l’emblema, con il celebre “lit de parade” di Luigi XIV, dove il Re Sole riceve ministri e ambasciatori ancora in pigiama.
Dormire, ormai, è un atto politico.
Ottocento e rivoluzione industriale: nasce il letto moderno
Con la Rivoluzione Industriale il letto cambia natura.
Le strutture in ferro battuto sostituiscono il legno, igieniche e più leggere, in risposta alle epidemie che imponevano spazi più salubri.
Il design si fa democratico: nascono i primi letti prodotti in serie, e la camera da letto diventa un ambiente borghese, privato, funzionale.
È in questo periodo che appare anche il letto matrimoniale moderno, simbolo dell’unione familiare e della nuova idea di intimità domestica.
La forma rimane semplice, ma si diffonde una nuova attenzione per il comfort, i materassi a molle, le doghe e i tessuti.
Novecento: dal Bauhaus al design italiano
Il Novecento è il secolo del progetto.
Con il Bauhaus, il letto perde ogni ornamento: diventa struttura, funzione, ergonomia.
Le forme si semplificano, i materiali si ibridano — acciaio, legno, pelle, tessuti tecnici.
L’obiettivo è uno solo: disegnare il comfort.
Negli anni ’60 e ’70 il design italiano trasforma il letto in oggetto di culto.
Nascono i modelli firmati Flou, Cassina, Poliform, B&B Italia, che uniscono architettura e quotidianità.
Il letto “Nathalie” disegnato da Vico Magistretti per Flou nel 1978 è una rivoluzione: sfoderabile, personalizzabile, elegante.
Da allora, il letto non è più solo un mobile, ma un sistema.
Nascono i letti contenitore, i sommier integrati, i progetti modulari che ridefiniscono il concetto di spazio notte.
Il letto nel design contemporaneo: tra comfort e identità
Oggi il letto è un laboratorio di materiali e psicologia.
Non si parla più solo di dormire, ma di esperienza sensoriale e benessere.
La testiera diventa elemento scultoreo, il rivestimento tattile, l’illuminazione integrata.
Marchi come Twils, Bontempi, Desiree, Lago, Zanotta e BertO esplorano un linguaggio dove tecnologia e artigianalità convivono: letti sospesi, fluttuanti, morbidi come un abbraccio ma costruiti con rigore sartoriale.
Il letto oggi rappresenta la soglia tra il corpo e la mente, il luogo dove si spegne la razionalità del giorno e si accende l’immaginazione.
E forse è proprio qui che si ritrova il senso originario della sua invenzione: separare l’uomo dalla terra, per farlo sognare un po’ più in alto.
Dal giaciglio al sogno
Chi ha inventato il letto, dunque?
Non un nome, non un’epoca: ma l’umanità stessa, nel momento in cui ha sentito il bisogno di elevare il proprio corpo e dare forma al riposo.
Ogni civiltà, ogni epoca, ogni designer ha aggiunto un tassello a questa lunga storia del dormire.
Oggi, scegliere un letto non è solo una questione di gusto o comfort, ma un atto culturale, un modo per raccontare — anche nel sonno — chi siamo e come vogliamo abitare il mondo.