Lutto nel mondo del design italiano: si è spento all’età di 83 anni Enrico Baleri, designer, imprenditore e protagonista indiscusso dell’abitare contemporaneo. Figura poliedrica e visionaria, Baleri ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama dell’industrial design italiano e internazionale, grazie a progetti che hanno saputo coniugare estetica, funzionalità e sperimentazione culturale.
Enrico Baleri: un maestro dell’abitare moderno
Nato nel 1942, Enrico Baleri è stato molto più di un designer. Con il suo spirito libero, talvolta provocatorio e profondamente avanguardista, ha saputo ridefinire il concetto di arredo moderno, agendo sia come progettista che come promotore culturale. La sua carriera, lunga oltre sei decenni, è stata alimentata da una visione audace, spesso anticipatrice dei tempi, che lo ha reso una figura cardine nel mondo del design del XX e XXI secolo.
La Spaghetti Chair: un’icona del design italiano al MoMA
Tra le sue creazioni più celebri, la Spaghetti Chair del 1979 – progettata insieme a Giandomenico Belotti – è diventata un simbolo dell’ingegno italiano. Caratterizzata da linee leggere e da una struttura essenziale, la sedia è oggi parte della collezione permanente del Museum of Modern Art di New York (MoMA). È proprio questa sedia a consolidare il nome di Baleri nel gotha del design internazionale.
Nel medesimo anno, insieme a Carlo e Francesco Forcolini, fonda Alias, uno dei marchi più innovativi e rivoluzionari del design italiano, di cui sarà Direttore Artistico fino al 1983. Alias diventa ben presto una fucina di sperimentazione, e sotto la guida di Baleri prende vita la celebre Spaghetti Collection, testimonianza tangibile di come arte e funzionalità possano fondersi in maniera armonica.
Dalle origini agli anni della consacrazione
La passione per il design si manifesta sin dagli anni universitari, quando nel 1962 si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Anche se non conseguì mai la laurea, nel 1965 il destino lo porta a un incontro fondamentale: quello con Dino Gavina, imprenditore bolognese e promotore del design d’avanguardia. Con la complicità di Marilisa Decimo, Baleri fonda a Bergamo uno dei primi negozi italiani dedicati all’arredo contemporaneo, portando nel mercato italiano collezioni allora sconosciute.
Nel 1972 fonda il centro sperimentale Pluri, dove ha modo di collaborare con aziende visionarie come Flos e Knoll International, dando vita a progetti che ancora oggi vengono studiati nelle scuole di design.
Le collaborazioni eccellenti: Starck, Wettstein, Baroli
Baleri non è stato solo un creatore, ma anche un talent scout e mentore. Tra le sue collaborazioni si annoverano grandi nomi del design internazionale come Philippe Starck, Hannes Wettstein e Luigi Baroli. Il suo approccio curatoriale, unito a una profonda sensibilità per la ricerca, lo ha spinto a creare connessioni significative tra creativi, aziende e istituzioni culturali.
L’impegno per la cultura architettonica

Negli anni ‘90, Baleri si dedica anche alla tutela del patrimonio architettonico. Nel 1989 promuove e sostiene la raccolta fondi per il restauro di Casa Malaparte a Capri e della Biblioteca di Viipuri, in Russia, progettata da Alvar Aalto. Un impegno che dimostra la sua convinzione che il design non debba solo guardare al futuro, ma anche proteggere le radici culturali del progetto e dell’abitare.
Baleri negli ultimi anni: ricerca e dialogo
Negli ultimi tempi, Enrico Baleri si è concentrato sul proprio centro di ricerche, avviando stimolanti dialoghi con musei e istituzioni culturali. Membro dell’ADI – Associazione per il Disegno Industriale dal 1994, ha sempre sostenuto l’importanza del design come disciplina sociale, estetica e politica.
La sua scomparsa rappresenta una grande perdita per il mondo del design, ma la sua eredità culturale e progettuale continuerà a vivere nelle case, nei musei e nei cuori di chi, grazie a lui, ha scoperto il fascino di un design intelligente, ironico e senza tempo. Baleri ci lascia una visione dell’abitare che va oltre la funzione: un modo di vivere gli spazi con emozione, ironia e profondità.
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